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Lucia Bencina

Procrastinazione: basta con i sensi di colpa. Uno sguardo oltre la superficie.

La procrastinazione è spesso vista come un nemico da sconfiggere, un difetto, una mancanza, un'ostacolo sul nostro percorso verso il successo, qualsiasi cosa possa significare per noi.

Ma cosa succederebbe se la guardassimo da un'altra prospettiva? Cosa si nasconde davvero dietro a questa tendenza a rimandare le cose?


una donna con il pc sulla gambe che osserva fuori dalla finestra
Procrastinazione: basta giudicare noi stesse

Sono certa che almeno una volta nella vita la maggior parte di noi abbia rimandato e rimandato e rimandato un'azione, una decisione, una scelta.


Molti sono i contenuti che circolano riguardo a questo argomento, molto viene detto, e altrettante soluzioni, alla stregua del foglietto di istruzioni IKEA, vengono proposte per scacciare questa "brutta abitudine" come alcuni la definiscono.


Non posso negare che molti di questi casi, in quanto coach e pertanto abituata a sospendere il giudizio sia nelle sessioni sia nella vita, mi facciano crescere qualche nuovo capello bianco, poiché concentrandosi esclusivamente sul sintomo, su quello che potrebbe essere a tutti gli effetti molto più di una "cattiva abitudine", si contribuisce ad alimentare in chi legge quella sensazione di essere in perenne difetto, incapace, di non volere abbastanza quell'obiettivo, di non essere sufficientemente organizzato, e chi più ne ha più ne metta.


Cosa intendiamo per procrastinazione?

La procrastinazione (dal latino pro "avanti, a favore di" e crastinus "che appartiene al domani") è l'atto di rimandare lo svolgimento di un compito o di un'attività che si preferirebbe fosse svolta nell'immediato.
(Wikipedia)

Procrastiniamo, quindi, quando rimandiamo un'attività sebbene teoricamente riconosciamo come rilevante e funzionale ai nostri obiettivi o a ciò che sappiamo dover essere fatto.

È chiaro e indubbio, quindi, che la tendenza a procrastinare più e più volte una o più attività possa costituire un'ostacolo alla realizzazione di obiettivi, ambizioni, compiti, oneri, e che di fatto la reiterazione di questa modalità possa contribuire, a livello interiore, al progressivo abbattimento dell'autostima, della fiducia in sé, a credere di meno nelle proprie capacità, nella propria autoefficacia e autodeterminazione.


Se bastasse dunque risolvere la procrastinazione organizzando un'agenda, utilizzando qualsivoglia tool, settando sveglie o qualsiasi altro strumento, il gioco sarebbe fatto!


Per alcune potrebbe senza dubbio essere la soluzione più idonea, poiché magari, si tratta di una semplice incapacità organizzativa, che é necessario apprendere.

Per altre sarebbe sufficiente collaborare con un coach per la creazione di un piano d'azione che consenta di suddividere il proprio obiettivo in piccoli step con relative scadenze.

Ma per altre ancora, tutto questo potrebbe essere totalmente inutile, oltre che estremamente frustrante.


E se la procrastinazione rappresentasse qualcos'altro..??


  • Una forma di protezione

  • Perfezionismo e ansia

  • Una paura nascosta o inconsapevole

  • Convinzioni limitanti o giudizi disfunzionali su di sé

  • Un obiettivo non realmente rilevante

  • Una strada non adatta ai nostri bisogni

  • Un'ambizione non autentica...


Servirebbe davvero concentrarsi sulla PROCRASTINAZIONE, cercando mezzi e strumenti per combatterla?


La bugia del "se vuoi puoi"


La cultura del "se vuoi puoi" ci ha insegnato a credere che la volontà sia la chiave per superare qualsiasi ostacolo. Ed é questa la leva che troppo spesso viene utilizzata da chi offre una soluzione ai sintomi anziché voler comprendere le cause che li generano.

È la differenza tra "Prendi la pastiglia, che passa" e "Facciamo qualche test per capire da dove nasce il problema".

Ecco, io sono più quest'ultimo tipo di Coach, e prima ancora di persona; ogni volta che nella mia vita ho cercato di risolvere le cose solo esternamente, prima o poi mi si é ripresentato il conto -con gli interessi-, e sono dovuta sempre ripartire daccapo.. dall'interno.


Volere non basta. Siamo molto più complesse di un computer che basa un risultato su un'insieme di calcoli logici e matematici. La nostra mente razionale può volere una cosa ed il nostro inconscio lavorare dietro le quinte per mandare tutto all'aria, nonostante sforzi, fatiche, sudore e lacrime (amare).


Come coach stimolo sempre le mie clienti ad ascoltarsi, comprendersi e riconoscere che dietro ai loro comportamenti, seppur disfunzionali talvolta, ci sia sempre una ragione di cui hanno bisogno di prendere consapevolezza, a sospendere il giudizio verso loro stesse, per smettere di colpevolizzarsi e a sentirsi difettose.



Questo processo tuttavia non significa lasciare tutto com'é; rinunciare a obiettivi, ambizioni, sogni e cadere nel "io sono fatta così".

Significa conoscere sempre più a fondo noi stesse, lavorare per modificare ciò che non aiuta la nostra espansione, l'emersione del nostro potenziale riconoscendo i nostri personalissimi bisogni, le modalità con cui funzioniamo meglio e da lì partire.

La procrastinazione come amica


Invece dunque di vedere la procrastinazione come un nemico da sconfiggere, possiamo prendere insieme gli attrezzi da giardino e iniziare scavare per scoprire realmente cosa c'è sotto.

Solo allora possiamo poi affrontare questa tendenza e intraprendere il nostro cammino con fiducia e determinazione.


La procrastinazione può essere allora un'opportunità per conoscerci meglio, per affrontare le nostre paure e per crescere come Leader di noi stesse.


3 domande per TE

Ti regalo 3 domande potenti che puoi farti nella prossima occasione in cui ti accorgi stare procrastinando. Spoiler: potresti davvero sorprenderti della risposta.


  1. Qual è il mio vero obiettivo dietro l'attività che sto procrastinando? Quanto è importante per me? Per quale motivo intendo raggiungerlo? Questa domanda aiuta a scavare più a fondo nell'obiettivo reale che si desidera raggiungere con l'attività procrastinata. Spesso, dietro alla superficie della procrastinazione, si nasconde un obiettivo che non sentiamo davvero, un'ambizione non autentica o che non nutre realmente un nostro bisogno.

  2. Quale emozione sto provando riguardo a questa attività ? Identificare le proprie emozioni, eventuali paure o preoccupazioni associate all'attività procrastinata può essere un passo importante per superare la procrastinazione. Questa domanda aiuta a portare alla luce le emozioni nascoste che potrebbero essere alla radice del comportamento procrastinatorio.

  3. Questo è l'unico modo o l'unica strada o potrei ottenere lo stesso risultato e raggiungere lo stesso obiettivo in un modo più allineato a me? A volte tendiamo a vedere una sola via per raggiungere ciò che vogliamo oppure ottenere un risultato. Potrebbe essere la stessa percorsa da qualcuno che ci è riuscito, quella suggeritaci da qualche esperto o familiare, oppure la prima che c'é venuta in mente.. E se non fosse semplicemente allineata con i nostri valori, principi o personalità? Aprire il campo delle possibilità ci permette di trovare soluzioni più "nelle nostre corde" e che svolgeremo con più piacere. "Chi ha detto che la vita debba sempre essere una fatica?" ma di questo, ne parleremo in un prossimo articolo.


Spero davvero che questo articolo possa averti aperto le porte a nuove interpretazioni di te e a nuove possibilità. Utilizza il form di contatto del mio sito se desideri condividere la tua esperienza con la procrastinazione o se vuoi prenotare una call conoscitiva con me per farti accompagnare in un percorso personalizzato con me.


Da donna a donna, da leader a leader,


Lucia




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