Alzi la mano chi, in certi momenti fugaci non ha mai percepito un’emozione, una sensazione, un pensiero, o avuto una reazione nella quale non si è riconosciuta, di cui si é pentita, o che l’ha spaventata di sé.. Sono quelli, i momenti, in cui la nostra Ombra ci parla. A dispetto di ciò che possiamo pensare, non si tratta di un'avversaria, ma di un'alleata importante per la nostra leadership.
Quando ci impegniamo per lavorare su noi stesse, sulla nostra comunicazione, o sul nostro sviluppo personale o professionale, i momenti in cui ci sembra di "perdere il controllo", possono portarci a biasimare noi stesse, a pensare di non star facendo abbastanza, di non aver interiorizzato le nozioni dell’ennesimo corso, di non aver meditato a sufficienza, insomma, di non aver fatto un buon lavoro.
Sfatiamo un possibile mito: il lavoro di scoperta di noi stesse e di sviluppo della nostra leadership personale non ha una fine. Non è performance, non è perfezione. Semplicemente perché siamo esseri umani, viviamo in relazione con un ambiente, e il nostro è un potenziale potenzialmente illimitato (scusate il gioco di parole).
L'idea che si debba "arrivare da qualche parte" può riguardare i nostri obiettivi, le nostre aspirazioni, le nostre ambizioni, ma non può riguardare il nostro sviluppo interiore come se vi fosse da qualche parte un sé "ideale" e "perfetto" da raggiungere.
Trovo sia un’idea nociva, che non ci permette di entrare in contatto con tutte le parti di noi, né di migliorarci davvero; e posso assicurarvi, come leggerete tra poco, di farne esperienza anche io continuamente.
Essere leader di sé, e per poter essere anche un riferimento o un'agente di cambiamento positivo per ciò che ci sta a cuore e per chi ci sta attorno, significa accettare ed essere consapevoli dell’esistenza di Ombre dentro di noi, che nel nostro percorso si manifestano proprio per aiutarci a seguire il nostro flusso di evoluzione che nulla ha a che vedere con la performance, né ovviamente, con la perfezione.
Rinnegare le nostre Ombre significa vivere il nostro spazio interiore come un campo minato nel quale non ci sentiamo libere di muoverci liberamente per il terrore di fare il passo sbagliato, e dunque limitandoci, oppure rifiutando l'idea della loro esistenza, lasciamo che prendano il sopravvento quando meno ce lo aspettiamo, governando la nostra vita di sottecchi al di là della nostra coscienza..
In un caso o nell’altro, addio evoluzione, addio Leadership personale (e potenzialmente, addio obiettivi).
Cos'é l’Ombra?
Nella psicologia analitica junghiana, l’Ombra è la parte inconscia della psiche che contiene tutti gli aspetti che ci rifiutiamo di riconoscere, ammettere, o sfaccettature potenziali che potrebbero svilupparsi rispetto alla nostra personalità archetipica.
Detto in breve.. istinti, desideri, pensieri, aspetti della personalità, che nella fase di "socializzazione" abbiamo imparato non essere conformi alle aspettative, al contesto e alle norme sociali, familiari e culturali; si tratta spesso anche di emozioni ritenute sconvenienti o inadatte, come nel caso della rabbia per noi donne, o la sensibilità per gli uomini, frutto di stereotipizzazioni di genere.
Allo stesso modo, d’altro canto, ciò accade per i nostri talenti e le nostre potenzialità nascoste, che non hanno trovato terreno fertile per poter emergere, così come la spontaneità o la creatività che non hanno magari avuto spazio di espressione.
Tutto ciò che dunque si impara non essere accettabile, essere sconveniente, oppure non conforme, viene nascosto, esiliato nel nostro inconscio formando quella che è la nostra Ombra personale.
Non si tratta di “difetti”, (le virgolette sono d’obbligo perché questa parola proprio non la sopporto) che potremmo elencare di noi, poiché quelli sono emersi, sono noti, li abbiamo consapevolizzati.. si tratta di ciò che agisce in profondità, all’interno di noi, e di cui siamo inconsapevoli.. finché non si manifestano.
L’Ombra inconsapevole: un doppio fardello
Non è che nascondere la polvere sotto al tappeto la fa scomparire, semplicemente, non è più visibile ai nostri occhi.
Allo stesso modo, ciò che forma la nostra Ombra non svanisce solo perché “l’abbiamo nascosta” nelle prigioni profonde del nostro inconscio, ma affiora in modalità incontrollate e distorte, come la polvere accumulatasi in anni e anni, può provocarci reazioni allergiche o disturbi fisici improvvisi senza che siamo in grado di comprenderne la causa.
Possiamo avere prova di questa dinamica ogni volta che nel nostro rigore comportamentale, una qualsiasi causa scatenante, talvolta apparentemente minima, provoca una reazione impulsiva nella quale non ci riconosciamo, e che può potenzialmente far danno a noi stesse, ma anche agli altri.
Questo vale per chiunque, ma diventa ancora più rilevante per chi occupa in qualsiasi misura una posizione di leadership, poiché la mancanza di consapevolezza, di accoglienza, di riconoscimento, e di integrazione delle proprie Ombre, può ricadere sugli altri generando malessere, distacco, alienazione e infine, aziendalmente parlando, influire negativamente anche sui risultati.
Sono tutt’altro che rari i casi in cui un evento, anche senza gravi conseguenze oggettive, può scatenare una vera e propria tempesta nel contesto professionale.
Ad esempio, un piccolo errore del team, per una leader che ha da sempre dovuto rifiutare la sua vulnerabilità ed essere rigorosa e perfetta per dimostrare il proprio valore e raggiungere i suoi obiettivi, potrebbe essere causa scatenante di critiche eccessive o denigratorie, perché riversa sugli altri ciò che lei non accetta di se stessa: la sua Ombra.
L’Ombra inconsapevole può infatti manifestarsi proiettando sugli altri, ciò che rinneghiamo di attribuire a noi stesse; poiché si tratta di lati di noi che abbiamo celato, che riteniamo inopportuni, inadatti e nei quali non vogliamo riconoscerci, li ribaltiamo sulle altre persone, interpretando le loro azioni, le loro parole o più in generale, i fatti, secondo quei parametri.
Ti è successo?
Sì, é vero, mi riconosco in certe occasioni
Rivedo dinamiche di altri nei mei confronti
Questo, quando accade a noi in prima persona, non solo comporta una perdita progressiva della nostra leadership personale, della fiducia e della stima in noi stesse, ma rischia altrettanto di soffocare la creatività e la fiducia verso gli altri, minando la nostra capacità di fare gruppo, di delegare e di crescere, anche come professioniste.
Come sottolinea una leader che stimo profondamente, Cristina Scocchia, nel suo libro "Il coraggio di provarci", "non possiamo aspettarci di essere leader efficaci se non affrontiamo i nostri lati oscuri."
Gli aspetti positivi dell’Ombra
La rappresentazione e le associazioni con l’Ombra che ho riportato fino a qui, lo ammetto, non sono state idilliache; tuttavia, i miei studi, le mie letture e le mie esperienze, mi hanno condotta a riconoscere che il nostro corpo, così come la nostra mente, non vogliono farci del male, non sono qualcosa contro cui combattere, ma da comprendere e con cui collaborare.
L’Ombra non ha nulla a che vedere con i mostri neri, malintenzionati, che vogliono portarci alla follia, intrappolarci e farci del male; l’Ombra nasce con lo scopo di permetterci di farci accettare e di inserirci all’interno del nostro “gruppo”, e quindi, come per molti altri aspetti di noi, esiste allo scopo di proteggerci.
L’Ombra, infatti, secondo Jung, ha anche una funzione regolatrice per il nostro equilibrio interiore, compensando gli atteggiamenti del nostro Ego. Quando il nostro "Io", ossia la parte consapevole che si relaziona con il mondo esterno, è eccessivamente unilaterale o rigido, l’Ombra interviene per ristabilire la totalità della nostra psiche, facendo emergere appunto quei lati che giacciono nelle nostre profondità.
Ciò significa che l’Ombra rappresenta un’opportunità per conoscerci a fondo, ci apre le porte della nostra libertà interiore, della nostra creatività e della nostra totalità, consentendoci di sentirci sempre più autentiche attraverso una consapevolezza che ci rende sempre più leader di noi stesse.
È quando cerchiamo di fuggire, di rinnegarla, di combatterla o rifiutiamo di comprenderla, che l’Ombra può trasformarsi nel nostro nemico interno che ostacola i nostri desideri, le nostre ambizioni, ma ancor di più la nostra libertà personale.
Integrare l’Ombra per una Leadership più consapevole ed autentica
Se dunque vogliamo andare a fondo di noi stesse, per essere realmente leader di noi, dei nostri comportamenti e del nostro cammino, per poterlo anche essere per gli altri, non possiamo prescindere dal conoscere la nostra personale Ombra e imparare ad integrarla con la nostra Persona, quella la parte di noi che mostriamo all’esterno.
Come dicevo in apertura, questo non è un processo che fatto una volta, é fatto per sempre.
L’integrazione è un processo continuativo, poiché nella nostra evoluzione saremo sempre confrontate con nuove e diverse sfaccettature inconsce da far emergere per maturare.
Come si integra l’Ombra, se tende a nascondersi? Ecco quali sono i 4 passi chiave, nei quali riporto una delle mie prime esperienze di relazione con la mia Ombra.
1- La consapevolezza
Il primo passo è diventare consapevoli della nostra Ombra, e questo avviene proprio grazie a quegli eventi, indizi, pensieri, che emergono nelle situazioni più disparate e che in qualche modo ci fanno spaventare di noi stesse: un feedback negativo inatteso o che riteniamo ingiusto, uno shock, una crisi interiore, una reazione sproporzionata, anche fisica, un sogno inquietante che ci segna.. qualsiasi situazione che ci crea un forte disagio rispetto al nostro senso di identità.
Quello è lo zero moment, il momento in cui la nostra Ombra affiora, ed è la nostra opportunità per rendercene conto e dare il via al processo.
Mi ricordo chiaramente quando in una riunione, una semplice osservazione negativa rivolta sul mio lavoro, ha generato in me una reazione (che solo ora posso dire) esagerata. Mi ha fatto letteralmente infuocare, con tanto di palpitazioni, vampate di calore e sudorazione eccessiva ed un incontenibile desiderio di sbattere i pugni sul tavolo e mandare tutti a ….
2- Osservazione ed accettazione
Il secondo passo è osservare e accettare il lato Ombra.
Significa imparare ed affrontare gli aspetti che emergono senza giudicarli o condannarli. Si tratta della fase forse più difficile, poiché l’istinto ci porterebbe a rinnegarli, minimizzarli, razionalizzarli oppure, come più spesso accade, ribaltarli sugli altri, mentre qui, riconosciamo essere nostri, e lasciamo che ci appartengano.
Quello è stato il momento in cui, uscita da quella stanza, dopo un primo sfogo interiore accusatorio nei confronti del mittente del messaggio, mi sono fermata ad ascoltarmi.. cosa c’era in tutta la rabbia di quella reazione? Con uno sforzo di umiltà e gentilezza, è emerso il terrore di non essere abbastanza, e di dover essere riconosciuta “perfetta” .. da lì la consapevolezza del bisogno sfrenato della mia bambina interiore di essere approvata e accolta.
Proprio per la sua complessità e per la carenza di abitudine a fare questo processo, tenere un diario delle Ombre può essere un valido aiuto per annotare le manifestazioni dell’Ombra anche meno esplosive, come pensieri negativi o distruttivi, pulsioni istintive, o giudizi critici e proiezioni verso gli altri. Più si porta in superficie, meno l’Ombra si manifesterà nella sua carica eccessiva.
3- Confronto
La terza fase è il confronto con l’Ombra. Significa lasciarle uno spazio per emergere e manifestarsi in un luogo/spazio sicuri, circoscritti.
Creare una relazione a due con lei, in cui possiamo permetterle di farsi conoscere e nel quale le diamo modo di incanalarsi evitando che ci domini.
Potrebbe essere attraverso l’espressione creativa: la danza, la pittura, la composizione musicale o la creazione di oggetti, oppure attraverso uno sport o qualsiasi altro ambito che non ci faccia sentire minacciate.
Nel mio caso, ho iniziato in casa, a non dover seguire le mie regole della “perfezione” nelle faccende domestiche per dimostrare di essere una "donna da amare", a concedermi i weekend senza sveglia senza dover provare il mio impegno, il mio rigore e la devozione verso i membri della mia famiglia per meritarmi il loro affetto, ad ammettere gli errori o le sviste, anziché tentare in tutti i modi possibili -e impossibili-, di celarli o trovare altri "colpevoli".
4- Integrazione
Il quarto, e ultimo passaggio, è l’integrazione.
In questa fase, dopo aver fatto conoscenza e aver lasciato agire l’Ombra in uno spazio sicuro, possiamo farle spazio nella nostra personalità cosciente, come sfaccettatura di noi, che danza in armonia insieme a tutte le altre.
Non c'è più bisogno di scappare, non c'è più bisogno di combattere, né di nascondere.
Questo ci fa sentire più sicure, più complete, e anche paradossalmente meno vulnerabili perché consapevoli.
La mia tendenza alla perfezione non è svanita, so che è una parte di me che mi caratterizza, ma cerco di incanalarla nelle attività nelle quali il suo contributo é utile, e chiedendomi sempre: lo faccio per me o lo faccio per gli altri? È necessaria oppure mi sta condizionando in risposta a qualche paura? Ad oggi un errore o una svista anche sul lavoro non mi fanno comunque esultare, ma non permetto che scatenino il terrore del rifiuto e il dubbio sul mio valore personale. Me ne assumo la responsabilità, e cerco di migliorare. Questo mi ha fatto diventare sempre meno giudicante anche verso le UMANE imperfezioni altrui, migliorando anche le relazioni.
Il lavoro è finito? Ovviamente no!
Come ho scritto, questo processo è ciclico, è parte del nostro continuum, della nostra spirale di crescita e consapevolezza, che si rinnova continuamente attraverso esperienze e tappe.
I benefici di questo lavoro sono immensi:
maggiore e migliore conoscenza di noi stesse
autenticità interiore e nelle relazioni
resilienza verso il processo e verso le circostanze
più energia e creatività
La nostra Leadership personale cresce, così come cresce il nostro potenziale di Leadership verso gli altri, una leadership reale, riconosciuta come tale e che può portare benessere, crescita e cambiamento positivo nella vita altrui, come nella nostra.
Prima di lasciarti, oltre ai 4 passaggi che ho indicato nel testo, desidero aiutarti a riflettere, se il tema ti ha toccata e ti sei riconosciuta, attraverso queste domande che puoi rivolgere a te stessa per lavorare in autonomia:
Quale emozione, pensiero, sensazione ricorrenti emergono nei momenti di conflitto o tensione?
Come reagisco ad essi?
In che modo le ombre che ho rifiutato di riconoscere stanno ostacolando il mio potenziale di leadership e la mia connessione con gli altri?
Se potessi abbracciare una delle mie ombre come fonte di forza, quale sarebbe e come potrebbe trasformare il mio modo di vivere e agire?
Quali passi concreti posso intraprendere per integrare le mie ombre nella mia vita quotidiana, anziché continuare a reprimerle?
Se desideri ricevere un supporto, ed affidarti alla mia guida, compila il form e richiedi la tua chiamata gratuita, sarò felice di accompagnarti nel tuo viaggio di amicizia con la tua Ombra.
Da donna a donna, da leader a leader,
תגובות