"Come stai"?
Fermati, e resta in ascolto. Non dei pensieri sulle cose che dovresti fare in questo momento, anziché leggere questo articolo, o selezionando tra le due/ tre opzioni con cui di solito rispondi in automatico al tuo interlocutore. Bypassa la testa, vai dritta alla pancia.. Cosa senti? Cosa percepisci?
"Come stai?" è una delle domande, se non LA domanda che più ci viene rivolta e che noi stesse rivolgiamo agli altri in un giorno.
Una sorta di forma di cortesia, oggi, che in realtà rappresenta LA DOMANDA più potente in grado di rivelare a noi stesse in nostro reale stato interiore.
Ogni mia sessione di coaching inizia con questa domanda, perché nella sua semplicità è di fatto per me RIVELATORIA dello stato emotivo della mia cliente.
Oltre alle sue parole, l'osservazione attenta della sua comunicazione non verbale, para-verbale, nondimeno della sua energia, mi permette di capire quale sia il terreno su cui si gioca la sessione e adattarmi di conseguenza.
Ma non é una domanda utile solo a me, in quanto coach. "Come stai?" è uno strumento potentissimo quotidiano di consapevolezza per ciascuna di noi.
Può agire come uno specchio che ci permette di vedere il nostro vero stato emotivo, di connetterci con le nostre reali sensazioni e di valutare se siamo o meno allineate con la nostra essenza più profonda.
In che modo?
1- Il modo in cui rispondiamo a questa apparentemente banale domanda potrebbe rappresentare lo strumento per comprendere alcune dinamiche relazionali con il mondo esterno o convinzioni riguardo a noi stesse.
Nel momento in cui, dovendo rispondere al nostro interlocutore alla domanda "Come stai? ", sentiamo incongruenza tra ciò che vorremmo effettivamente dire e ciò che alla fine esce dalla nostra bocca possiamo indagare e comprendere cosa ci ha spinto a non essere totalmente sincere.
"Per quale ragione non ho voluto dire effettivamente come mi sento?"
"È una questione di fiducia? "
"Temo di non poter esprimere liberamente le mie emozioni o i miei sentimenti? Per quale motivo?"
Ad esempio, in ambito professionale, potrei scoprire di sentirmi in dovere di assumere sempre il ruolo di "professionista impeccabile" per essere presa sul serio per quella posizione a cui ambisco oppure temere di essere valutata meno competente se esprimo una qualsiasi forma di difficoltà o malessere.
In ambito familiare, potrei accorgermi di non sentirmi a mio agio rivelando le mie esigenze, i miei bisogni nascondendo tutto sempre dietro ad un "tutto bene" temendo di non essere ascoltata o compresa, oppure di non sentirmi "abbastanza grata" se esprimo stanchezza fisica o emotiva.
Ovviamente la prospettiva cambia a seconda delle circostanze e degli interlocutori, ma in ogni caso, soffermarci sulle sensazioni che proviamo ogni qualvolta non ci permettiamo di esprimere esattamente ciò che sentiamo vero per noi, é un potente strumento per conoscerci e prendere consapevolezza delle dinamiche che attiviamo e che viviamo costantemente.
2. Rivolgere a noi stesse questa domanda, e risponderci con sincerità é una grande prova di coraggio, ma anche di amore e responsabilità verso noi stesse.
Pensa alla situazione in cui stai lavorando per la realizzazione di un tuo obiettivo professionale ambizioso, magari una promozione o un progetto importante.
Quando ti siedi da sola alla tua scrivania e ti chiedi: "Come sto?", cosa senti davvero?
Magari senti l'emozione e i brividi del successo imminente, del riconoscimento dei superiori, dei colleghi.. ma oltre a questo, COME STAI?
Quello che sto facendo é in grado di nutrire la parte di me più profonda?
In che modo il raggiungimento di quell'obiettivo può farmi sentire realizzata come essere umano, al di là di un ruolo?
Sto cercando di soddisfare aspettative esterne, che penso possano restituirmi valore e apprezzamento da parte di qualcuno in particolare?
Lavorare per costruire qualcosa può essere a volte stancante, talvolta frustrante, impegnativo..ma se ci ascoltiamo, se ci appelliamo alla nostra Leader interiore, tutte noi siamo in grado di percepire come stiamo davvero dentro di noi.
So che il mondo ci chiede molto.
Spesso ci troviamo immerse nelle nostre responsabilità quotidiane, che si muovono in ruoli e in mansioni più disparate, nell'affrontare sfide professionali e personali, e senza poterci fermare mai a domandarci come stiamo realmente. Abbiamo imparato a indossare maschere per adattarci al contesto, per ottenere riconoscimento dall'esterno, essere "accettate" e essere "all'altezza" delle nostre ambizioni, ma la nostra forza sta nella nostra capacità di entrare in profondità.. di noi stesse e della vita.
Arriva un momento, per tutte noi, prima o poi, di toglierci maschere ed essere veramente oneste con noi stesse per stare davvero bene.
Chiederci "Come stai?" è un atto di gentilezza verso noi stesse, è un invito a guardare dentro di noi e a riconnetterci con la nostra vera essenza, personale e professionale, non esiste separazione.
Possiamo utilizzarlo come strumento, alla portata di tutte noi, per valutare se le nostre azioni e le nostre scelte stanno veramente alimentando ciò che siamo profondamente, o se ci stiamo allontanando dal nostro autentico scopo.
Quindi la domanda che ti lascio con questo articolo, é proprio questa.
"Come stai?"
Ti invito oggi, e in qualsiasi momento tu lo ritenga opportuno, a prenderti un momento e dare una risposta sincera ed autentica a questa domanda. Per nessun altro al di fuori di te stessa.
Ascoltati. Ascolta tutto quello che emerge. Tutte le eventuali convinzioni, tutte le tue paure, tutti i giudizi verso te stessa, gli altri, il mondo.. lascia che possano emergere.
Solo con la consapevolezza del nostro punto di partenza, siamo in grado di definire quale cammino desideriamo intraprendere per il nostro viaggio. Solo così potremo essere Leader di noi stesse, perché grazie alla consapevolezza, potremo SCEGLIERE.
Hai domande? Desideri condividere o approfondire con me la tua esperienza?
Contattami attraverso questo FORM.
Ti leggo con gioia,
Lucia
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